Diari, agende, manoscritti, epistolari, fogli di calendario, addirittura un lenzuolo: scritture di persone comuni che hanno raccontato l’Italia da un punto di vista assolutamente inedito. Memorie private che da storie singole e personali sono diventate storie collettive e universali. Un patrimonio unico, un’eredità comune di testimonianze spesso ignorate o dimenticate che Saverio Tutino pensò di raccogliere in uno spazio pubblico capace di custodirle, catalogarle e rivitalizzarle. Nel 1984 fondò così l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, un piccolo centro della val Tiberina divenuto presto ‘Citta del diario’.
A cura di Camillo Brezzi, Luigi Burroni, Natalia Cangi e Loretta Veri